Lo snowboard rappresenta in pratica il surf sulla neve. Ho iniziato a fare snowboard parecchi
anni prima di fare surf. Tutti gli anni vado in montagna e progredisco in questo
fantastico sport. Mi piace molto il freestyle, è la specialità che prediligo, ma
il momento in cui lo snowboard si avvicina di più al surf, il momento più bello,
è quando si è fuori pista, con almeno un metro di neve, quando si "galleggia"
letteralmente sopra questa soffice distesa di bianco...
(Jack)
Per chi non la conoscesse, ecco la storia dello snowboard, dalla sua nascita a oggi.
La storia comincia nel 1963 nel Michigan (Stati Uniti) quando Sherman Popper, per
far giocare i suoi bambini incolló assieme due sci con l'idea di riprodurre un
attrezzo simile al monoscí.
Popper vide che i suoi ragazzi si disponevano di traverso sulla tavola, non
nella posizione solita dello sci,questo fatto gli fece subito venire in mente la
stretta analogia di questa posizione con quella del surfista da onda e battezzó
il modello che derivó da queste riflessioni "Snurfer".
Esso fu ottenuto elaborando un surf da onda assemblandovi dei bordi metallici e
progettando un apposito attacco. Questo intraprendente inventore registró il
nome e cedette i diritti alla ditta Brunswick che incominció a produrre in serie
lo Snurfer vendendone alquanti modelli.
Queste tavole giallo-nere di legno compensato fecero il giro degli Stati Uniti
ed una di esse arrivó tra le mani di Jack Burton Carpenter che, allora
quattordicenne, cominció ad elaborare lo Snurfer per migliorare le sue
prestazioni agonistiche. Burton proveniva dalla scuola dei surfisti d'onda e
incominció a produrre surf da neve nel 1977.
Questi modelli somigliavano molto allo Snurfer di Popper; si diversificavano un
po' per il fatto che essi erano stretti come un monoscí, costruiti di legno di
acero laminato, con gli attacchi di gomma regolabili e muniti di una superficie
antisdrucciolo. Un ingegnere di New York, D. Milovitch, anch'egli ispirato dal
surf d'onda, fabbricó alcuni evoluti prototipi di tavole da neve e registró il
brevetto di queste soprannominandole "Winterstick".
Le tavole di Milovitch furono costruite dapprima in legno resinato, ma vista la
loro fragilità vennero fabbricate con un'anima schiumata racchiusa tra laminati
in fibra di vetro e con base in PTEX.
Le enormi spese a cui andó incontro Milovitch per produrre tali sticks non
furono ricompensate altro che da una unanime positiva critica.
Purtroppo il costo di tali tavole si riveló troppo alto per invogliare le masse
a gettersi nell'avventura dello snowboard. Vi fu un terzo pioniere della
produzione di snowboard, Tom Sims.
Quest'ultimo fu commercialmente avvantaggiato rispetto ai suoi colleghi perché
egli giá produceva skateboard e tavole da surf. Egli cominció col produrre lo
Ski-boardes che era sostanzialmente una tavola di plastica sagomata incollata ad
una base da skate. Piú avanti Sims si mise a produrre una tavola in fibra
piuttosto simile al Winterstick, con la differenza che questa era munita di
unapinna centrale di alluminio flessibile. Anche Sims vendette poche tavole, ma
non si diede per vinto e cominció a sperimentare legno e lamine.
Sagomó la tavola ispirandosi come forma al monoscí, mantenendola peró piú
stretta e meno sciancrata. L'attacco era costituito da una doppia cinghia in
gomma detta Leash.
La costruzione di questo modello fece nascere una forte polemica con Jeck Burton
che accusó Sims di aver copiato i suoi giá affermati snowboard.
Con queste sue tavole Sims vinse il primo campionato mondiale svoltosi nel
Colorado durante la primavera del 1981. I successi agonistici, come sempre
accade, furono di supporto per quelli economici.
Lo snowboard stava per conquistare le masse. Questi modelli dell'inizio degli
anni ottanta sono peró lontani dai modelli degli anni novanta: essi erano
scarsissimamente flessibili, poco resistenti alla torsione, la posizione dei
piedi era eccessivamente arretrata, e troppo distanziata tra di loro; su queste
tavole in definitiva si doveva lavorare ancora parecchio per migliorarne le
prestazioni. Per la veritá durante gli anni settanta vi era giá stato chi dello
snowboard sembrava aver capito molto, va ricordato a questo proposito Robert C.
Weber, ideatore statunitense di snowboard tanto geniale quanto sfortunato. Il
suo progetto di snowboard, brevettato nel giugno del 1973 e descritto nei minimi
particolari con dovizia di schizzi e disegni, precorre il progetto di uno
snowboard di ottimo livello degli anni novanta in quanto vi é indovinata la
distribuzione delle masse, la sciancratura, la posizione dei piedi,
l'angolazione di questi rispetto all'asse della tavola, la cui assimmetricitá
ricorda molto da vicino quella delle odierne tavole da competizione.
Il progetto di Weber era perció quello di un ottimo snowboard dell'ultima
generazione, ma purtroppo non ebbe successo perché l'ideatore non trovó nessuno
che lo aiutasse a metterlo in produzione.
Questo fu un vero peccato perché, se fosse andata altrimenti, lo snowboard si
troverebbe oggi vent'anni piú avanti. Quelli che fecero una vera fortuna
vendendo gli snowboard furono Sims e Burton che, dopo il primo periodo giá
citato di tentativi falliti, incominciarono a puntare gli occhi sul vastissimo
mercato europeo, che nel frattempo soprattutto nelle localitá
turistico-invernali della Francia dove, nel frattempo, aveva riscosso un buon
successo la pratica del monoscí.
I produttori statunitensi ebbero l'intelligenza e la lungimiranza di far
commercializzare in Europa i propri modelli dalle grosse industrie produttrici
di sci europee [3], le quali sfruttando gli avanzatissimi processi tecnologici
ed i macchinari a loro disposizione, riuscirono anche a migliorarne sempre piú
la qualitá quando non anche la sostanza (ricordo per esempio che la Burton é
prodotta e commercializzata in Italia dalla Spalding).
(articolo a cura di Stefano "Washington" - Thenoone)